Nessun fenomeno al mondo può impedire al sole di risorgere


Credo nelle idee che diventano azioni

sabato 25 aprile 2009

COMUNITA' E DECRESCITA di Alain de Benoist

di Fabio F.

Le mie critiche a PENSIERO RIBELLE non sono né intendono essere una stroncatura di Alain de Benoist, le cui contraddizioni invece ritengo possano stimolare una riflessione seria per una ridefinizione del Politico nell'epoca della spoliticizzazione della sfera pubblica.
Ben poche obiezioni, infatti, si possono fare alle tesi che il pensatore francese difende in COMUNITA'E DECRESCITA (Arianna ed.). In quest'opera, con notevole perspicacia e rigore scientifico,de Benoist (di)mostra l'assurdità di uno sviluppo illimitato e le conseguenze disastrose per il legame sociale derivanti dalla mercificazione dell'esistente. Ispirandosi a Serge Latouche - che, come è noto, difende l'idea di una decrescita, ossia la necessità di un'inversione di tendenza (che non è un impossibile ritorno al passato preindustriale ma un diverso modo di concepire l'eco-nomia) per il fatto che l'attuale modello socio-economico è non solo ingiusto ma anche eco-logicamente insostenibile - de Benoist mette in discussione il dogma diffuso dai media che il ben(e)ssere coincida con il consumo di una sempre maggiore quantità di oggetti.
E' senz'altro il miglior de Benoist quello che pone in luce le aberrazioni della civilizzazione del mercante e le ragioni di un'autentica democrazia partecipativa da contrapporre alla delirante ragione mercantile.
Un libro quindi che certamente vale la pena di leggere e che potrebbe e dovrebbe servire come base di discussione per chi oggi ha ancora voglia di pensare.

1 commento:

  1. Le risorse della terra non sono illimitate come per troppo tempo si è pensato. In molti ritengono che ci stiamo sempre più avvicinando alla resa dei conti, ma sicuramente non sarà l'uomo a salvarsi. La natura è più forte di ogni cosa che ha creato.
    A livello sociale l'attuale sistema consumistico ha finito per mercificare ogni cosa, per dare un prezzo a tutto. Dimenticandosi del valore delle cose. Produrre di più per consumare di più? E' un circolo perverso che mai l'umanità ha accettato, se non negli ultimi 200 anni, una piccola parte di tempo rispetto ai milleni del passato nel quale lo spreco non era la normalità.
    Il ritorno alla terra che sempre più in questa fase di crisi si sta notando, la volontà di tornare a coltivare, può essere un primo accenno di un inversione di tendenza importante.

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